Ospiti dell’appuntamento tra gli altri: Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, Andrea Segrè, direttore scientifico “Waste Watcher International”, Claudio Gallerani, presidente Italia Zuccheri, Elisabetta Tedeschi, responsabile comunicazione e progetti educativi Conapi – Consorzio Nazionale Apicoltori

CAPon, il progetto realizzato nell’ambito del programma IMCAP dell’Unione Europea allo scopo di aumentare la conoscenza e la consapevolezza verso la sostenibilità in agricoltura e gli strumenti che le politiche europee offrono per facilitarne la diffusione, oggi ha fatto tappa a Minerbio (BO) per un doppio appuntamento: la mattina si è parlato di consumo critico e spreco alimentare, il pomeriggio si è tenuto un living lab sulla sostenibilità in agricoltura. Al seminario “Dalla sostenibilità in campo al consumo critico contro lo spreco alimentare” hanno partecipato Angelo Gentili, responsabile Legambiente Agricoltura, Claudio Gallerani, presidente Italia Zuccheri, Elisabetta Tedeschi, responsabile comunicazione e progetti educativi Conapi – Consorzio Nazionale Apicoltori, Paola Fagioli, direttrice Legambiente Emilia-Romagna APS, Andrea Segrè, direttore scientifico “Waste Watcher International”, Valentina Guerrieri, dottoranda in Scienze e tecnologie agrarie, ambientali e alimentari Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Una giornata tra teoria e pratica organizzata allo scopo di mettere al centro l’importanza di promuovere e condividere le buone pratiche di prevenzione degli sprechi alimentari e la sana alimentazione oltre alla necessità di intraprendere percorsi virtuosi e sostenibili dal campo alla tavola, in linea con quanto previsto dalle strategie europee From farm to fork e Biodiversity 2030 e dalla nuova PAC. 

“Lo spreco alimentare – ha dichiarato Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente – rappresenta uno dei fattori negativi più impattanti del sistema alimentare. Appuntamenti come quello di oggi promosso nell’ambito del progetto CAPon sono strategici allo scopo di aumentare la consapevolezza e far crescere il numero di consumatori critici e capaci di influire su un vero cambio di rotta. Puntare sulla dieta mediterranea e su prodotti sostenibili e che incontrano la tradizione è fondamentale come, del resto, lo è la valorizzazione di interventi e buone pratiche promosse da realtà aziendali e istituzionali in tutto lo Stivale. Nel mondo circa un terzo del cibo prodotto per il consumo umano va sprecato o perso. È sbagliato e ingiusto. L’Italia ha la fortuna di avere una legge contro lo spreco tra le più avanzate a livello europeo, serve avere coraggio su questo come sul fronte della sostenibilità in agricoltura che realtà come COPROB ci permette di toccare con mano. È necessario indubbiamente un cambio di passo affinché, da una parte, i consumatori siano sempre più consapevoli e, dall’altra, le realtà produttive siano messe nelle condizioni di poter puntare sulla sostenibilità ambientale attraverso percorsi di sostegno strutturali come chiede l’Europa.”

COPROB è nata 60 anni fa – ha dichiarato Claudio Gallerani, presidente Italia Zuccheri – con l’obiettivo di creare sviluppo per l’impresa e il territorio dando valore al lavoro nei campi e nelle fabbriche. Ieri come oggi, etica e passione sono gli ingredienti fondamentali per fare sistema con tutti gli attori della filiera perché è solo agendo di concerto che si possono raggiungere traguardi importanti. La sostenibilità (economica, sociale e ambientale) si basa su questi principi e ha permesso alla filiera cooperativa di COPROB-Italia Zuccheri di rimanere l’unica filiera dello zucchero italiano, innovando in campo e nei prodotti. Dal 2017 COPROB-Italia Zuccheri è fortemente impegnata nella transizione ecologica e digitale con l’obiettivo di adeguare la filiera bieticola al cambiamento climatico. In tale contesto ricoprono una grande importanza il monitoraggio della sostanza organica nei terreni, apportando la giusta quantità in caso di carenza e riducendo quella di azoto e, dove possibile, l’irrigazione con sistemi che permettano l’uso di poca acqua e la fertirrigazione. Di grande interesse e oggetto attuale di studio sono poi le epoche di semina diversificate: una flessibilità delle semine a seconda delle zone geografiche e delle necessità delle aziende che può andare da quella classica primaverile, anticipata a gennaio, autunnale o estiva dopo la raccolta dei cereali autunno-vernini. Quest’ultima potrebbe ricoprire un notevole valore ambientale anche per la sua funzione di cover-crop e conseguente fissazione della CO2.”

“All’Università di Bologna – ha dichiarato Andrea Segrè, direttore scientifico “Waste Watcher International” – oggi si è tornati a parlare di sostenibilità, spreco alimentare e delle azioni concrete da mettere in atto a partire dall’azione dei singoli. Indubbiamente, serve tenere conto di quanto previsto dall’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile che consente di contare su strumenti attraverso cui misurare i risultati raggiunti, tenendo conto dell’aspetto ambientale ma anche di quelli sociale ed economico. Il nostro modello di sviluppo deve cambiare radicalmente, abbandonando il modello cosiddetto lineare e puntando sulla circolarità. In tale ambito, parlare di lotta allo spreco è strategico. Esempi come quelli di COPROB-Italia Zuccheri sono molto importanti e vanno di pari passo con l’iniziativa promossa da Waste Watcher che porta il nome di “Sprecometro” che consente di misurare lo spreco domestico, il proprio impatto sull’ambiente e sull’economia, rendendo il consumatore finale sempre più consapevole. Occasioni di confronto come quelle di oggi sono ottime per dimostrare che la transizione anche delle abitudini è davvero possibile.”

“È fondamentale che le misure della Politica Agricola Europea promuovano l’innovazione del settore – commenta Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna – resa sempre più urgente dal prolungato stato di deficit idrico nell’intero bacino padano e dal cambiamento del clima che ne aggrava le caratteristiche: al territorio occorre un modello agricolo più sostenibile, che accanto alla necessità di sostenere economicamente il settore assuma come priorità la riduzione degli impatti e un sempre migliore adattamento alle nuove condizioni climatiche. La strada da seguire è quella dell’agroecologia, un modello resiliente che promuova il ruolo degli ecosistemi naturali favorendone la sinergia con le pratiche agricole, oltre a salvaguardare la salute dei cittadini e dell’ambiente. Unitamente a questo cambiamento è necessario informare i cittadini sull’importanza degli ecosistemi per la produzione alimentare, promuovere nuove abitudini di consumo e sostenere la filiere corte e la promozione della qualità integrale dei prodotti. La transizione ecologica passa anche dal modo in cui ci nutriamo.”

Il progetto CAPon si rivolge a cittadini/consumatori, studenti (target 19-25 anni), associazioni ed operatori del settore interessati ad approfondire con seminari, visite sul campo e giornate di sensibilizzazione le buone pratiche agroecologiche legate all’agricoltura biologica, alla lotta ai cambiamenti climatici, alla multifunzionalità e le opportunità messe in campo dalla PAC e dalle politiche europee per sostenere l’innovazione e la sostenibilità della filiera agricola. Per maggiori informazioni: www.capon.it.